Obiettivi del progetto
Il progetto LIFE13 NAT/IT/001129 Reintroduzione del barbo canino e del barbo plebeio negli affluenti emiliani del fiume Po
si pone l’obiettivo di conservare e recuperare le popolazioni autoctone di due
specie di barbo, negli affluenti emiliani del fiume Po, in 14 siti della Rete Natura 2000, attraverso interventi in-situ ed ex-situ, nonché l'elaborazione di linee guida.
Le popolazioni italiane di barbo comune (Barbus plebejus) e di barbo canino (Barbus meridionalis, sin. B. caninus) risultano in crescente rarefazione come riconosciuto dall' aggiornamento della Lista Rossa IUCN dove lo stato di rischio delle due specie è stato elevato rispettivamente a “vulnerabile” e “in pericolo”. Nella regione Emilia-Romagna il costante peggioramento quali - quantitativo delle popolazioni di entrambe le specie, richiede interventi mirati sia a livello ambientale sia in termini di attività ittiogeniche ex-situ.
A partire dallo studio di dettaglio della densità e della distribuzione delle popolazioni, nonché dall’analisi delle criticità, la proposta si pone i seguenti obiettivi specifici:
- creazione di nuove popolazioni e/o rinforzo delle popolazioni esistenti, contestualizzate alla vocazionalità ambientale e alla composizione della comunità ittica preesistente, mediante specifici interventi in-situ (riduzione della banalizzazione/deframmentazione) ed ex-situ (pratiche ittiogeniche);
- identificazione delle minacce per la sopravvivenza delle specie a scala locale e apertura di tavolo di confronto tra i portatori di interesse per la loro riduzione con un approccio di sistema a scala interprovinciale con l’avvio di una governance durevole per la tutela delle specie target e indirettamente della biodiversità fluviale;
- eradicazione/controllo della diffusione di specie esotiche;
- definizione di linee guide per la conservazione e la gestione durevole delle specie, mutuabili ad un modello europeo generalizzato; trasferimento di best practice.
Gli obiettivi del progetto saranno conseguiti in osservanza delle linee guida IUCN: essi non inficeranno la conservazione della biodiversità complessiva, piuttosto potranno avere ricadute positive anche su altre specie ittiche di interesse comunitario come il vairone (Leuciscus souffia), la trota mediterranea (Salmo macrostigma), la lasca (Chondrostoma genei) e la cheppia (Alosa fallax), presenti nell’area di studio.
Capofila di progetto è l’Università degli Studi di Parma; beneficiari associati sono: Autorità di Bacino del Fiume Po, l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Occidentale, la Fondazione Mario Negri Sud, lo Spin Off accademico Gen Tech S.r.l. e l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Il progetto avrà una durata quadriennale con un budget totale di 2,189,378 Euro di cui circa il 50% a cofinanziamento dell’Unione Europea grazie al proprio programma finanziario LIFE+.
Il progetto è articolato in N°26 specifiche azioni.